Riprodotto in laboratorio il fiuto dei cani

Riprodotto in laboratorio il fiuto dei cani

Mondofido

L’esperimento è stato effettuato presso il National Insitute of Standards and Technology

Uno dei sensi più sviluppati nei cani è sicuramente l’olfatto e non a caso.
Ma, ora, sembra sia possibile riprodurre il fiuto infallibile di Fido artificialmente, come hanno dimostrato i ricercatori del National Insitute of Standards and Technology, guidati da Matthew Staymates, i quali hanno realizzato un dispositivo in grado di simulare il fiuto dei cani.

Questo potrebbe rivelarsi utile per rintracciare esplosivi, sostanze stupefacenti e merci di contrabbando, per le quali ora vengono impiegati i cani.

Come funziona? La maggior parte dei rivelatori usati per individuare le sostanze chimiche presenti su un oggetto, in luoghi sensibili come aeroporti, realizzano una semplice scansione di un campione, che viene prelevato eseguendo tamponi sulle mani o altre superfici. Si tratta però di un processo passivo, la cui efficacia è abbastanza limitata.

Per questo motivo, i ricercatori hanno voluto fare riferimento ai cani, dichiarato che “Il cane può essere considerato un sistema di campionamento aerodinamico attivo, che sfrutta la dinamica dei fluidi per catturare e campionare sostanze chimiche con il semplice fiuto. L’applicazione dello stesso processo che regola l’acquisizione degli odori nei cani potrebbe portare a dispositivi molto più efficienti per individuare esplosivi, droghe, agenti patogeni e persino tumori”.

Utilizzando una stampante 3D, i ricercatori del team di Staymates sono riusciti a riprodurre con precisione il naso di un labrador poi, muovendo l’aria intorno al naso artificiale allo stesso ritmo con cui un cane inspira ed espira quando annusa un oggetto, i ricercatori hanno quindi cercato di riprodurne il modo di fiutare.

L’efficienza del processo è stata verificata con una tecnica di visualizzazione di immagini chiamata fotografia Schlieren, o strioscopia, molto usata nell’ingegneria aeronautica per visualizzare il flusso di aria attorno agli oggetti.

Con i dati ottenuti, i ricercatori hanno confrontato le prestazioni del loro naso artificiale con un dispositivo più tradizionale e l’efficienza del naso artificiale è risultata ben quattro volte superiore a una distanza di 10 centimetri dalla sorgente, e ben 18 volte maggiore a una distanza di 20 centimetri, dimostrando che la sua efficacia cresce notevolmente all’aumentare della distanza dalla sorgente.

Dunque, gli scienziati pensano che si potrebbe già mettere sul mercato un rivelatore dotato di naso artificiale, anche se ritengono che si tratti solo dell’inizio, e che ci siano ancora molti step da compiere per migliorare sensibilità ed accuratezza della tecnologia, partendo sempre dalla base dei dispositivi di campionamento.

Vera MORETTI

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