Se Scodinzola è Felice. Ma anche NO!

Se Scodinzola è Felice. Ma anche NO!

Mondofido

Il movimento della coda è un buon indicatore dello stato di attivazione del cane, ma non necessariamente segnala che lui sia felice e contento

Guada come scodinzola, è felice!”. Mai affermazione fu più fuorviante. Tra i più, infatti, è diffusa la convinzione che se un cane muove la coda è felice e questo automaticamente autorizza ad avvicinarsi per toccarlo e accarezzarlo.

Un luogo comune diffuso non solo tra molti proprietari, ma anche tra coloro che, per il solo fatto di aver posseduto tanti cani, si sentono in diritto di stabilire con un solo sguardo sulla coda, il complessivo stato emozionale del cane.

La coda, pur restando un buon indicatore del suo stato di attivazione, perché è la manifestazione esteriore a noi più facilmente visibile del suo stato interiore, ci segnala semplicemente che il cane è in quel momento mentalmente attivo e attento.

E’ in una fase di elaborazione delle informazioni che ha raccolto attraverso i sensi, olfatto udito e vista.

Terminata questa fase di valutazione sceglierà, in relazione alla situazione che sta vivendo, al suo carattere e sulla base del suo vissuto, il comportamento più opportuno da mettere in atto: mordere, fuggire, chiedere o ricevere coccole.

Anche se alcuni studi hanno dimostrato che i cani scodinzolano in modo diverso in base alle loro sensazioni: uno scodinzolio verso destra indicherebbe intenzioni amichevoli, mentre se il cane è stressato o ha paura, avrà la tendenza a scodinzolare verso sinistra. Ma esistono cani ambidestri!

Lo sguardo d’insieme sull’intero corpo del cane, darà una più esaustiva indicazione sul suo stato emozionale in quel preciso momento.

Quindi, allarghiamo la nostra visuale e andiamo ad osservare anche le orecchie, la sua mimica facciale, che ci rivelerà molto sul suo stato emotivo vissuto nel momento esatto in cui lo si sta osservando.

Guardiamo anche la sua postura, ovvero la forma che il suo corpo può assumere attraverso movimenti e posizioni di alcune sue parti; il suo baricentro e il leggero spostamento del corpo , proteso in avanti o spostato all’indietro.

Insomma carpire le sue emozioni non è semplice, ma ci sono chiarissimi segnali che, come una insegna luminosa, dichiarano che un cane non ha alcuna intenzione ad interagire con noi.

La rigidità della sua postura, lo sguardo fisso e teso verso la persona, orecchie tese all’indietro o in avanti, coda portata alta o nascosta tra le zampe.

In questi casi, la cosa migliore da fare è rispettare la sua richiesta di distanza.

Comunque, qualsiasi sia la situazione osservata, sarebbe bene ricordare una fondamentale regola di buona educazione e molto apprezzata dai cani: anziché avvicinarci ad un cane, meglio aspettare che sia lui ad avvicinarsi e se si sentirà pronto sarà lui stesso a venire a prendersi le nostre carezze.

Rosanna Capano

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