Umanizzazione del cane, un fenomeno sempre molto presente.

Umanizzazione del cane, un fenomeno sempre molto presente.

Rosanna Capano

Una veloce indagine all’anagrafe canina della regione Lazio rivela una tendenza diffusissima tra i proprietari dei cani: i nomi più gettonati sono quelli di derivazione umana. Fenomeno che fa riflettere sulla tendenza, spesso nemmeno troppo velata, dell’umanizzazione del cane.

Gli “ever green” tra i nomi scelti per i cani continuano ad essere Rocky, Jack, Lilly, Willy, Tyson, Tommy e Billy, accanto a questi però cominciano a risalire la classifica anche quelli di più spiccata derivazione umana. Fenomeno che potrebbe essere un campanello d’allarme riguardo la tendenza all’umanizzazione del proprio Fido compagno.

Nomi come Cesare, Rocco, Ettore, Nina, Camilla, Achille, Mina cominciano a farsi strada. Nulla in contrario nello scegliere per il proprio cane un nome “umano”, l’importante è che tale tendenza non celi il bisogno di umanizzazione.

Timore fondato visto che l’antropomorfismo, ovvero l’attribuzione di aspetto o di caratteristiche umane a ciò che non è umano – umanizzazione – è un fenomeno in costante crescita tra i possessori di animali domestici.

L’umanizzazione di fatto potrebbe avere i suoi lati positivi ovvero, attribuendo ad un oggetto o animale una particolare importanza si colloca il destinatario del nostro interesse all’interno della sfera intima della nostra famiglia. Tendenza che, aumentando le attenzioni per il cane ne aumenta anche il suo benessere.

Se però tale atteggiamento è lesivo per la dignità del cane, abiti che scimmiottano quelli umani con strass e gonnelline, collari con brillantini, solo per citare alcuni esempi, senza contare gli impedimenti alla socializzazione con gli altri cani, o le inibizioni che noi umani esercitiamo verso tutti quei comportamenti tipicamente animali come l’abbaiare, o l’annusare il territorio, allora è il caso di fermarsi a riflettere.

Considerare il cane membro della nostra famiglia, rappresenta una tendenza lodevole e sicuramente apprezzata dal nostro compagno peloso che, da individuo sociale, vive per la vita in comune e per i momenti di condivisione. I cani liberi in natura costituiscono dei “gruppi familiari”.

Per molti cani infatti, non è interessante ciò che si fa purché lo si faccia insieme. Ma il cane va trattato da cane, e questo non significa che noi dobbiamo essere il leader o il capo branco. Semplicemente dobbiamo saper interpretare i suoi bisogni andando oltre al mangiare bere e riposare.

È di fondamentale importanza che i momenti condivisi siano di qualità, vale a dire impiegare tempo nel fare attività piacevoli per il cane, per il nostro cane. Passeggiare nel bosco, un bagno al lago, svolgere attività di ricerca o magari anche altri giochi. Evitando di portalo solo ed esclusivamente in piena città o peggio nei centri commerciali.

Il nostro compito, se vogliamo rispettare l’identità del nostro cane, è scoprire ciò che gli piace e offrigli la possibilità di realizzarlo.

Rosanna Capano

© 2017, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata

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