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Come imparare a restare da soli

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Rosanna Capano, educatrice cinofila certificata ThinkDog / Associata FICSS e cofondatrice del sito BauWow.it ci illustra come abituare gradualmente i nostri cani a stare da soli nel caso di legami troppo stretti.

 

Dopo una lezione con Sara e il suo Leone, ho pensato che sarebbe stato utile affrontare sul sito di Bau! Wow! la questione del “rimanere soli”.

Ricapitoliamo: Sara è una giovane donna, mamma a tempo pieno e donna molto impegnata. Leone è un Pincher di circa un anno e mezzo legatissimo alla sua compagna umana, così legato che è sufficiente che Sara si allontani per gestire un’ordinazione al bar lasciandolo in custodia a un altro membro di famiglia che Leone vada letteralmente in crisi.

Purtroppo, la creazione di rapporti troppo stretti può aumentare il disagio nella separazione nel cane che, anche se non arriva ad essere un problema patologico, non sa stare da solo.

Il cane è un animale sociale e ama vivere sempre all’interno del suo gruppo, anche quando questo è composto solo da umani. In natura i cuccioli imparano presto che per alcuni periodi si deve rimanere da soli e, restando in compagnia dei fratellini, aspettano il ritorno degli adulti quando questi si allontanano per procurare cibo.

Così come i bimbi che iniziano a frequentare il nido imparano, attraverso il periodo di inserimento, che è possibile restare qualche ora senza la propria mamma, anche i nostri fedeli amici possono imparare a stare da soli, la parola d’ordine è: gradualità. Qualche piccolo suggerimento per abituare il cane, che sia un cucciolo o un cane adulto, a non seguirci ovunque.

Possiamo evitare che il cane ci segua in bagno, quindi se ci sta tampinando, chiudiamogli delicatamente la porta in faccia e poi dedichiamoci alle nostre faccende, facendo comunque capire al cane che “siamo lì”: potremmo far scorrere l’acqua, o accendere la lavatrice o possiamo tirare lo sciacquone. I rumori devono fargli pensare che non siamo fuggiti ma che abbiamo bisogno di stare da soli.

Se il cane piagnucola, abbaia o raspa la porta per richiamare la nostra attenzione, evitiamo di correre da lui quando tali comportamenti sono in atto, perché cosi rinforzeremmo i suoi tentativi di richiamarci, ma aspettiamo l’attimo in cui sarà tranquillo: cogliendo questo tempismo avremo l’occasione di premiare un atteggiamento tranquillo e a noi gradito. Una volta riuscito, possiamo ripetere lo stesso esercizio anche in altre stanze della casa e pian piano eliminare i rumori.

Poiché la parola d’ordine è gradualità inizialmente la durata dell’esercizio dovrà essere di due-tre minuti, poi allungheremo gradualmente i tempi Quando ritorniamo dal nostro cane, facciamo attenzione a essere calmi, tranquilli e rilassati: in questo modo gli faremo percepire che lo stare lontani e stare da soli è un cosa normalissima che di tanto in tanto può accadere.

Molte persone, al momento di lasciare il loro cane da solo, si dilungano nelle raccomandazioni del tipo: “Stai buono, non aver paura, la mamma torna subito, stai tranquillo che non mi perdi…”. In realtà il cane non capisce nulla di quello che gli stiamo dicendo, anzi, il nostro tono può trasmettergli una certa agitazione, senza contare che lo inondiamo di attenzioni che si concludono con la nostra sparizione e in un sol colpo lui perde noi e le nostre attenzioni.

A questo proposito è utile, poco tempo prima di lasciarlo da solo, evitare di interagire, perché sarà più facile per lui accettare di stare da soli in un momento che comunque non era particolarmente condiviso.

Rosanna CAPANO, BauWow.it

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