Il diritto di dirci no: il rifiuto nella relazione.

Il diritto di dirci no: il rifiuto nella relazione.

Rosanna Capano

Una relazione con l’altro, il nostro cane ad esempio, può dirsi realmente appagante per tutti i coinvolti solo quando si riesce a realizzare la libertà ad esercitare un rifiuto e la maturità nell’accettarlo.

Il diritto al rifiuto e la capacità di accoglierlo è un momento cruciale in qualsiasi relazione.  Per quelli come noi che riconoscono nel cane, e non solo,  emozioni, capacità senzienti  e una mente con competenze decisionali, la vita trascorsa con il cane pone il confronto con l’idea che non tutto ciò che pianifichiamo, organizziamo e scegliamo per lui coincida sempre con ciò che lui, il cane, abbia intenzione di fare.

Il grande insegnamento che dovrebbe dare la relazione con il cane è l’accettazione che gli individui di cui siamo responsabili, cane compreso, non sono una nostra estensione ma individui capaci e cui dobbiamo riconoscere il diretto e la libertà di dirci di no.

Leggere il rifiuto nell’altro può essere facile in alcune situazioni o più difficile in altre, accettarlo invece non è sempre semplice.  Nei rapporti umani possono innescarsi meccanismi di ‘compiacenza’ e da tale disposizione interessa anche specie sociali motivate alla cooperazione, il cane ed alcune sue razze ne sono un chiarissimo esempio (labrador, golden retriever, generalmente le razze selezionate  per la caccia).

A volte però ci troviamo in situazioni in cui il nostro cane manifesta apertamente il suo dissentire nei confronti di una nostra richiesta: cosa è più giusto fare, insistere o desistere dalla nostra richiesta? Il buon senso darà la risposta giusto e suggerirà la corretta modalità di azione.

Chiederci se quello che stiamo facendo sia a favore del benessere del nostro cane oppure no potrà rappresentare un buono spunto di riflessione.

Quando amici, parenti o semplici passanti, nel vederci in compagnia del nostro cane, chiedono di poterlo accarezzare mentre lui, il cane, fa chiaramente capire che non ha nessuna voglia di essere toccato (distoglie  lo sguardo, evita chi cerca di allungare la mano verso di lui, si allontana…)e noi, testimoni del suo rifiuto accordiamo comunque il permesso alla carezza e al contatto stiamo agendo nel rispetto della relazione di amicizia che dichiariamo di avere con il nostro cane? Oppure, ingaggiando il nostro cane in attività sportive nonostante la sua mancanza di voglia, siamo equilibrati nella relazione? Quante volte riusciamo ad accantonare il nostro ego e rispettando realmente la sua individualità?

Lasciare la libertà di scelta, accordando all’altro il diritto di dire no considerando il rifiuto da parte di un animale non un ostacolo ma va considerato un occasione per comprendere meglio l’altro: una modalità di relazione che permette la reale connessione all’altro attraverso l’osservazione e il “rispecchiamento”.

L’accettazione del rifiuto è il mezzo liberarci delle nostre aspettative ed entrare rispettosamente nel mondo animale.

Rosanna Capano

© 2018, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata

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