L’esperienza al guinzaglio, e i danni da “cattivi strumenti”.

L’esperienza al guinzaglio, e i danni da “cattivi strumenti”.

Rosanna Capano

Chi si diletta nella professione di educatore sa perfettamente che il guinzaglio può rappresentare il momento di gioia o di stress nella nostra vita, e in quella del cane, in base a ciò  che si realizza durante questo fatidico momento.

Ricordiamo subito che il comportamento del cane, come quello di qualsiasi individuo, è il risultato della sua individualità (e quindi della sua genetica) delle esperienze fatte e della qualità della vita che conduce con noi.

Sono queste considerazioni imprescindibili quando decidiamo di valutare la qualità delle esperienze al guinzaglio che facciamo insieme al nostro cane nel corso della reciproca convivenza. Pensare e pretendere  che il cane debba prontamente obbedire andando al nostro passo senza curarsi del mondo che lo circonda e considerare normale utilizzare un collare a strozzo, purtroppo ancora in vendita e consigliato sia da alcuni veterinari che da educatori (che sostengono  che il “corretto uso” dello strozzo non arreca ne dolore ne disagio…), strattonadolo ogni volta che tira al guinzaglio non è un buon punto di partenza per chi costruisce la convivenza con il proprio cane sulla qualità relazionale.

L’utilizzo del collare a strangolo oltre ad essere lesivo delle qualità relazionali è invalidante a livello fisico, lesioni per nulla trascurabili ai vasi sanguigni degli occhi, alla trachea (problemi respiratori, tosse  e svenimenti) e alla colonna vertebrale sono alcuni veloci esempi.

Il cane ha diritto di chiedere che possa realizzare ciò che desidera, dopo aver atteso il nostro ritorno per tutto il giorno, la sua è una pretesa piò che dovuta, tutt’altro che guista invece la nostra arroganza nel pretendere la sua cieca obbedienza. Impedire che il cane tiri al guinzaglio attraverso lo stress e il dolore non è l’unico modo (tra l’altro inefficace), educare a corrette modalità di richiesta è la via giusta per ottenere buoni e durevoli risultati.

La soluzione del problema sarà nella comprensione, da parte di Fido,  che per ottenere ciò che vuole non è necessario avere sempre il controllo dell’iniziativa, ma che otterrà molto di più  prestando attenzione ai segnali che gli inviamo, una buona comunicazione quindi sarà sempre lo strumento migliore.

E se la vista del guinzaglio proietta il cane in uno stato di smisurata agitazione, anche se è una manifestazione di gioia, aspettare che si calmi prima di aprire la porta rappresenterà la strategia ideale per trasferire il concetto che la calma e il saper attendere fanno ottenere più di tanti abbai.

Rosanna Capano

© 2018, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata

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