I cani e il lutto: è una storia vera?

I cani e il lutto: è una storia vera?

Mondofido

La scienza non sostiene che il lutto sia durevole, ma non esclude la sofferenza dei cani

I casi di cani che vegliano la tomba del padrone e i racconti di attese di padroni che, ahimè, non torneranno più, sono così tanti che siamo portati a dare per scontato che i nostri amici quattro zampe siano sensibili al lutto proprio come noi.
Ma, questa volta, dobbiamo disilluderci, e rassegnarci all’idea che, forse, le cose non stanno proprio così.

La scienza, infatti, non appoggia questa teoria, e, benché è ammesso che i cani sentano la mancanza del padrone, quando non c’è più, risulta comunque difficile credere a storie come quella di Hachiko, il cane che, dopo la morte del suo padrone, per dieci anni era andato alla stazione ad aspettarlo.

Certo, è una storia vera, ma secondo alcuni scienziati, come la psicologa Alexandra Horowitz, noi compiamo l’errore di vedere le azioni attraverso una lente umana, invece di considerare il loro punto di vista, come ha dichiarato lei: “Noi siamo in grado di pensare alla morte e alla nostra condizione di essere mortali, sapendo che se perdiamo una persona non la rivedremo mai più. Non sono sicura che i cani abbiano la stessa concezione. E se così non fosse, il loro lutto sarebbe soggettivamente diverso dal nostro. I cani non hanno molta scelta: non hanno una vita indipendente e quindi non possono esplorare altri modi per viverla. È il tipo di vita che conoscono da sempre”.

Si tratterebbe di una questione di abitudine, anche se, ovviamente, è più romantico e suggestivo descrivere il loro comportamento come un gesto di fedeltà o di lutto.

Non tutti, comunque, hanno lo stesso parere, come Clive Wynne, ad esempio, professore di psicologia e direttore del Canine Science Collaboratory dell’Arizona State University, che sostiene che sia “innegabile” che i cani possano avere legami profondi con le persone e “soffrire di dolore emotivo”.

Quello, però, che non è chiaro, è quanto questa sensazione possa durare, poiché il dubbio che possa davvero continuare per anni c’è.
Wynne ha detto a proposito: “I cani cercano in modo straordinario e commovente vicinanza e attenzione, e manifestano affetto. Ma come esseri umani noi non siamo mai contenti. Dobbiamo sempre abbellire tutto, pensando per esempio che se moriamo il nostro cane continuerà ad andare sulla nostra tomba per il resto della sua vita”.

I cani, del resto, hanno una grande qualità, ovvero quella di creare in fretta nuovi legami, al contrario di noi. e Wynne l’ha dimostrato semplicemente affermando che, mentre un cane riuscirebbe ad affezionarsi ad un nuovo padrone, un bambino che ha perso un padre mai nella vita riuscirà a rimpiazzarlo.

Non si tratta, ovviamente, di paragonare o di considerare i legami degli umani migliori di quelli dei cani, ma sono semplicemente diversi.

Vera MORETTI

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