Quart, comune valdostano secondo per il recupero dei cani

Quart, comune valdostano secondo per il recupero dei cani

Mondofido

Un recupero di cani così efficiente è possibile grazie ad un accordo tra Avapa onlus e il Consorzio degli enti locali

Il comune di Quart, in Valle d’Aosta, ha attivato un piano di recupero per cani vaganti che sta riscuotendo molto successo, grazie al quale sono stati catturati, in undici mesi, ben 139 cani.
Questo è possibile poiché è stata stipulata nel maggio dello scorso anno una convenzione tra il Consorzio degli enti locali e Avapa onlus, l’associazione che gestisce canile e gattile regionale a St-Christophe, che ha garantito un servizio di cattura e custodia dei cani 24 ore su 24.

Laura Verdura, presidente di Avapa, ha accolto questi risultati con vero entusiasmo, poiché è stato possibile portare a termine con successo tutti i recuperi per i quali erano stati chiamati, anche se, purtroppo, questa efficienza potrebbe improvvisamente diminuire a causa di un taglio di fondi regionali del 40%, che ha portato a un brusco dimezzamento dell’organico.
Ciò significa che ora, ad occuparsi dei recuperi, sono, oltre a lei e il direttore del canile, altre tre persone addestrate per i recuperi, ma se le chiamate dovessero aumentare ulteriormente, forse ci sarebbe qualche problema a riuscire ad accontentare tutti e a trarre tutti i cani in salvo.

Generalmente, le operazioni di recupero procedono in questo modo: si da la precedenza ai casi più impegnativi, per fare in modo che i cani si facciano avvicinare e che siano quindi recuperati dalla polizia locale o dai forestali, per poter poi leggere il microchip.

Nonostante ci sia una legge che obbliga l’applicazione del microchip già nei cani in tenera età, la copertura non è ancora al 100%, perciò, in caso di ritrovamento di cane non microchippato, vengono messi annunci, sperando che i padroni li leggano. In caso contrario, il cane rimane in canile, finché si trova il proprietario o qualcun altro decide di adottarlo, anche se non è così scontato.

Ad oggi, i cani ospitati in canile sono 150 e, benché la situazione sia meno grave rispetto al resto d’Italia, si tratta comunque di un numero difficile da gestire, che potrebbe dimezzarsi se solo ci fosse maggior consapevolezza da parte di chi decide di prendere un cane e non provvede poi al suo benessere o non rispetta le leggi, provvedendo ad esempio alla microchippatura.

Vera MORETTI

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