Riso al cane: miti e verità

Riso al cane: miti e verità

Valerio Guiggi

Nell’alimentazione casalinga si usa spesso dare il riso al cane. Quali sono i benefici e in che modo bisogna darlo? Scopri miti e verità.

Molte persone che seguono una dieta di tipo casalingo per il proprio cane, mi contattano per pormi domande relative ad alimentazione e nutrizione circa l’uso dei cereali e in particolare su come somministrare riso al cane.

Parlando con loro, scopro che intorno a questo argomento si nascondono dubbi e false leggende. Ad esempio se è corretto dare al cane un’alimentazione che comprenda i cereali, se il riso fa male o quale sia il modo giusto per farlo.

Lo spiego in modo approfondito nel video seguente, con tutte le premesse del caso, ma in questo articolo faremo chiarezza sull’uso del riso nell’alimentazione del cane.

Il cane può mangiare riso?

Partiamo da un presupposto: i carboidrati non sono essenziali né nell’alimentazione del cane né nell’alimentazione del gatto. Tuttavia, in certe quantità, come ci dicono le fonti scientifiche, i carboidrati sono ben tollerati e possono essere utilizzati a scopo energetico in tutte e due le specie animali. È per questo motivo che sono inclusi in gran parte delle diete casalinghe sia del cane che del gatto.

Quindi, possiamo dire che in certe quantità il cane può mangiare il riso.

Si tratta generalmente di carboidrati complessi che possono comprendere i quelli già presenti nella nostra alimentazione, come ad esempio la pasta, il riso oppure le patate. Il carboidrato complesso che diamo maggiormente perché è il più digeribile è l’amido, presente appunto nel riso.

Come dare il riso al cane?

I carboidrati complessi non possono essere assorbiti direttamente dal cane. Hanno bisogno di quel processo che si chiama digestione che va a spezzare la lunga catena di carboidrati in tante piccole sub-unità per mezzo di enzimi che sono presenti nell’apparato digerente. Solo in questo modo possono essere assorbiti e utilizzati dall’organismo.

Quindi, il miglior metodo per dare il riso al cane è dopo il processo di cottura che può avvenire sia tramite bollitura oppure al vapore. La cottura aumenta la digeribilità di queste sostanze nutritive, arrivando a una percentuale del 100% rispetto a un carboidrato crudo.

Il riso non deve essere né al dente e neppure stracotto. Cuocere eccessivamente i carboidrati è sconsigliato perché parte dell’amido che era presente inizialmente all’interno dell’alimento tende a fuoriuscire e perde efficacia, oltre a diventare poco appetibile per gli animali. Tuttavia, non possiamo nemmeno lasciare il riso al dente perché non sarebbe digeribile.

Se ami l’alimentazione casalinga e vuoi usare il riso per l’alimentazione del tuo cane, puoi realizzare delle sfiziose ricette come quella che trovi in questo articolo.

Lavare il riso al cane è utile o no?

La risposta alla domanda è no, non è un’operazione utile ma solo una perdita di tempo: cerchiamo di capire perché.

  • Il primo motivo è che elimina l’amido, e il riso è costituito principalmente da amido: se non vogliamo dare l’amido al cane, meglio eliminare il riso completamente dal pasto. Togliere solo l’amido esterno e far sì che il cane mangi tutto quello interno al chicco non ha molto senso.
  • Il secondo motivo si chiama retrogradazione dell’amido, ed è un fenomeno che si verifica quando la temperatura del riso si abbassa. L’alimento diventa digeribile a una temperatura di 60-80 gradi, perché l’amido gelatinizza e diventa più facile da attaccare da parte degli enzimi pancreatici; se si abbassa la temperatura avviene il processo inverso, e il riso perde in digeribilità. Lavarlo con acqua fredda abbassa la sua temperatura, attiva la reazione di retrogradazione e rende così il riso meno digeribile.

Lavare il riso al cane è inutile ma non pericoloso. Semplicemente se ne limita la digeribilità, rendendolo un po’ più indigesto. Questo significa che un po’ del riso dato al cane finirà nelle feci perché non assimilato.

Se il cane non assorbe i nutrienti è come se mangiasse un po’ meno di quello che in realtà ingerisce e, nel lungo periodo, questo può provocare un leggero dimagrimento, assolutamente recuperabile e non pericoloso.

© 2020, Valerio Guiggi. Riproduzione Riservata

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