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Herpesvirus cane: come riconoscerlo e curarlo

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herpesvirus canino
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L’herpesvirus canino (CHV-1) è un patogeno virale che colpisce i cani, causando una serie di problemi di salute che vanno da lievi infezioni respiratorie a gravi complicazioni, soprattutto nei cuccioli neonati.

Questo virus, appartenente alla famiglia Herpesviridae, è diffuso in tutto il mondo e può avere un impatto significativo sulla salute riproduttiva dei cani e sulla sopravvivenza dei cuccioli. Comprendere la natura di questo virus, i suoi sintomi, le modalità di trasmissione e le opzioni di prevenzione è fondamentale per i proprietari di cani e gli allevatori.

Trasmissione e ciclo di vita del virus

L’herpesvirus canino si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto tra cani, in particolare durante l’accoppiamento o attraverso le secrezioni oronasali. Le femmine infette possono trasmettere il virus ai cuccioli durante la gravidanza o subito dopo il parto. Una caratteristica importante di questo virus è la sua capacità di rimanere latente nell’organismo del cane dopo l’infezione iniziale, riattivandosi in periodi di stress o immunosoppressione.

Il virus può sopravvivere nell’ambiente esterno per brevi periodi, ma è facilmente inattivato dai comuni disinfettanti e dal calore. La sua sopravvivenza è maggiore in ambienti freddi e umidi, il che spiega in parte perché le infezioni nei cuccioli sono più comuni durante i mesi invernali.

Sintomi e manifestazioni cliniche

I sintomi dell’herpesvirus canino variano significativamente a seconda dell’età del cane e del suo stato immunitario. Nei cani adulti, l’infezione è spesso subclinica o si manifesta con sintomi lievi come infezioni respiratorie superiori, congiuntivite o lesioni genitali. Tuttavia, nelle femmine gravide, l’infezione può causare aborti, natimortalità o nascita di cuccioli deboli.

Nei cuccioli neonati, l’infezione da herpesvirus è particolarmente grave e spesso fatale. I sintomi nei cuccioli possono includere:

  • letargia e rifiuto di allattare
  • pianto continuo
  • difficoltà respiratorie
  • secrezioni nasali
  • diarrea
  • emorragie sottocutanee

I cuccioli infetti generalmente muoiono entro 24-48 ore dall’insorgenza dei sintomi, rendendo cruciale una diagnosi e un intervento rapidi.

Diagnosi e trattamento

La diagnosi dell’herpesvirus canino si basa sulla combinazione di sintomi clinici, anamnesi e test di laboratorio. I test sierologici possono rilevare la presenza di anticorpi contro il virus, mentre la PCR può identificare il DNA virale nei tessuti o nei fluidi corporei.

Purtroppo, non esiste un trattamento specifico per l’herpesvirus canino. Nei cani adulti, la terapia è principalmente di supporto, mirata ad alleviare i sintomi e prevenire infezioni secondarie. Nei cuccioli gravemente colpiti, il trattamento è spesso inefficace a causa della rapida progressione della malattia.

In alcuni paesi, è disponibile un siero iperimmune che può essere somministrato ai cuccioli nati da madri infette per fornire una protezione passiva. Tuttavia, questo trattamento deve essere somministrato molto precocemente per essere efficace.

Prevenzione e controllo

La prevenzione dell’herpesvirus canino si basa principalmente su buone pratiche di allevamento e gestione:

  • isolamento delle femmine gravide nelle ultime settimane di gravidanza
  • mantenimento di un ambiente caldo e stress-free per i cuccioli neonati
  • screening delle femmine riproduttrici per la presenza del virus
  • implementazione di rigorose misure igieniche negli allevamenti

In alcuni paesi europei, è disponibile un vaccino contro l’herpesvirus canino. Questo vaccino è generalmente raccomandato per le femmine riproduttrici e viene somministrato durante la gravidanza per fornire anticorpi protettivi ai cuccioli.

Impatto sull’allevamento canino

L’herpesvirus canino rappresenta una sfida significativa per gli allevatori di cani. Le perdite economiche associate alle infezioni possono essere sostanziali, soprattutto quando si verificano aborti o morti di cuccioli. Inoltre, la natura latente del virus significa che i cani infetti possono rimanere portatori per tutta la vita, complicando ulteriormente il controllo della malattia negli ambienti di allevamento.

© 2024, Roberto Rossi. Riproduzione Riservata

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