Le cardiopatie congenite

Le cardiopatie congenite

Mondofido

Tra le malattie cardiovascolari, patologie molto gravi riguardanti il cuore e i vasi sanguigni, le cardiopatie congenite possono manifestarsi sia tra i cuccioli che nei cani adutli

Le cardiopatie congenite nei cani giovani rientrano tra le malattie cardiovascolari, patologie molto gravi riguardanti il cuore e i vasi sanguigni che garantiscono l’attività circolatoria.

Nei cani adulti la malattia si evidenzia come scompenso cardiaco, che può diventare cronico .

Le cardiopatie congenite possono compromettere lo sviluppo dell’embrione nell’utero della madre.

Queste malattie sono sempre più diffuse e di natura diversa (avremo modo di analizzarle in seguito) e gli esperti cardiologi veterinari hanno svolto numerosi approfondimenti in merito.

Già nel 1976 si sono svolti studi di carattere genetico in materia e sembra che la caratteristica della cardiopatia genetica (molto riscontrata nell’uomo e nel gatto) possa interessare in modo particolare alcune razze canine, ma il fattore ereditario è sicuramente influente.

Le cause delle cardiopatie congenite nei cani possono essere varie: deformazione dei cromosomi (sono piccolissimi corpi contenuti nelle cellule, sede dei geni portatori dei caratteri ereditari), infezioni virali intrauterine, malattie parassitarie, anomalie dovute ai farmaci. Mondofido cardiopatie 2

Le malattie cardiovascolari hanno conseguenze veramente importanti e a volte mortali, perchè compromettono la circolazione sanguigna.

I sintomi evidenziati sono stanchezza, dispnea (difficoltà respiratorie), sincope (perdita di coscienza rapida che generalmente si risolve spontaneamente).

A volte si può manifestare ascite, ovvero accumulo di liquido nell’addome che provoca vomito e perdita di appetito.

Le lesioni causate dalla malattia sono variabili, a volte lo scompenso cardiaco si manifesta dopo alcuni anni.

Altri segnali sono la colorazione bluastra della pelle e delle mucose (cianosi), ritardo nella crescita.

Durante la visita il veterinario può rilevare un soffio cardiaco, che può portare a diagnosticare la malattia. Spesso però si tratta di soffi che spariscono dopo i 6 mesi di età e pertanto non preoccupanti.

Gli altri esami successivi sono elettrocardiogrammi, radiografie, ecocardiografia doppler (esame non invasivo).

Per quanto riguarda le terapie dipendono dalla gravità della patologia, ma fondamentalmente sono necessari controlli regolari.

L’intervento chirurgico risulta di difficile attuazione.

Erika Dotti

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