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Diabete, l’olfatto dei cani sensibile all’isoprene

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olfatto cani
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Che i cani fossero in grado di capire disturbi e patologie che affliggono gli umani era cosa risaputa, e si spiegava questo loro “sesto senso” grazie al loro olfatto super sviluppato.
Ma, fino ad oggi, non si sapeva con chiarezza quale fosse la sostanza chimica che i quadrupedi riuscivano a scovare e, quindi, a riconoscere come dannosa.

Ora però è stata messa a punto una ricerca che ha individuato l’elemento chimico, che sarebbe l’isoprene, un composto chimico spesso rilevato nel respiro umano.

I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno “studiato” otto donne affette da diabete di tipo 1 e, in una condizione controllata di sicurezza, hanno abbassato i livelli di glucosio nel sangue, tanto da individuare una reazione da parte del cane. Tramite spettrometria, hanno quindi ricercato variazioni nelle sostanze chimiche presenti nel respiro, così come elementi che, in condizioni di normalità, non sempre sono presenti in grande quantità. Dai dati, è emerso come, in caso di ipoglicemia, aumentino i livelli di isoprene, a volte anche più del doppio rispetto alla comune media.

Questa capacità di identificare l’isoprene tramite l’olfatto non è presente negli umani, ovviamente, mentre i cani sono al contrario molto sensibili a questo tipo di elemento chimico. Quindi, il proprietario di un animale soggetto ad una diminuzione dei livelli di glucosio, comincia a d emettere con la respirazione maggiori quantitativi di questo elemento, che il cane riconosce. E a questo punto è proprio lui, l’animale, ad avvisare il suo padrone della necessità di assumere l’insulina.
Lo stesso procedimento, sebbene dovrà essere indagato, potrebbe essere rinvenuto anche nelle altre patologie dove i quattro zampe sono normalmente impiegati.

Dati questi risultati, i ricercatori sperano di poter elaborare un dispositivo medico portatile che permetta alle persone diabetiche di misurare i loro livelli di isoprene, affinché possano predire crisi ipoglicemiche. Il numero di cani addestrati a questo scopo, infatti, non è al momento sufficientemente elevato per soddisfare le richieste di tutti i pazienti.

Vera MORETTI

© 2016, Mondofido. Riproduzione Riservata

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