Cani anziani e anziani umani, reinventarsi  insieme negli “anni d’argento”.

Cani anziani e anziani umani, reinventarsi insieme negli “anni d’argento”.

Rosanna Capano

Permettendo l’ingresso degli animali domestici, cani e gatti, nelle residenze dedicate alla ” terza età”, una lodevole iniziativa per incrementare il benessere reciproco, umano e animale.

La terza età, gli anziani – uomini o cani –  evocano immagini spesso associate all’inattività e quindi alla tristezza, alla nostalgia del non essere più come una volta.

Troppo spesso la senilità, l’ultima parte del ciclo vitale, viene identificata con la fase della vita in cui si realizzano limitate capacità rigeneretive e  si è più vulnerabili alle malattie o i disturbi. Questa considerazione è oggettivamente realistica ma non bisognerebbe dimenticare che gli anziani, a qualsiasi specie appartengano, rappresentano una fonte di saggezza derivante dall’esperienza visuuta.

La vecchiaia quindi non è solo sensazione di inadeguatezza e ansia per le novità che non si riescono più a controllare nella loro successione rapida e assillante ma è deposito di sapere e saper fare. L’età adulta, e soprattutto l’età della “vecchiaia”,  può rappresentare quindi  l’opportunità per offrire il proprio aiuto e supporto, con l’incredibile vantaggio di avere la calma dell’esperienza.

Opportunità incarnata appunto da Monty e Heston, due levrieri, assi delle corse, una carriera ricca di premi. Ora che non hanno più l’età per correre avrebbero potuto incorrere in un destino atroce, invece sono stati adottati dalla casa di cura Strathglen di Berriedale, in Tasmania, e qui avranno un nuovo compito: fare compagnia agli anziani ospiti umani ricoverati.

I due levrieri in pensione vivranno nella casa di riposo, dove si sono sentiti subito a loro agio. Da ex velocisti non hanno più molta energia. Veri e propri pantofolai sono gentili e amorevoli e – spiega la signora Harvison – «hanno capito subito le esigenze e i bisogni particolari degli ospiti che li hanno accolti con gioia».

Monty, il primo dei due levrieri adottati dalla casa di riposo, è il più pantofolaio. Qui non serve correre, ma condividere tempo e spazio con gli anziani e farsi accarezzare e coccolare dagli ospiti umani.

Fare entrare questi due cani nella casa di riposo è stato un vero toccasana per chi soffre di demenza senile. Il prossimo obiettivo della struttura sarà permettere che gli ospiti in ingresso possano portare con sé i propri animali domestici.

Spesso chi si trova a dover accedere ad una struttura come questa è obbligato a lasciare il proprio pet a casa. E la separazione dal cane o gatto con cui si è condivisa tutta la vita lede il benessere psicofisico di entrambi, uomo e animale. Restare con il proprio compagno di vita sarà  la medicina più dolce da assumere regolarmente.

Rosanna Capano

© 2017, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata

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