Condannati gli assassini di Angelo

Condannati gli assassini di Angelo

Mondofido

Il giudice monocratico di Paola, Alfredo Cosenza, ha condannato i quattro imputati per l’assassinio del cane Angelo al massimo previsto dalla legge

Era il 4 giugno del 2016 quando quattro “ragazzi“, Francesco Bonanata, Luca Bonanata, Giuseppe Liparoto e Nicolas Fusaro, tutti residenti a Sangineto (CS), picchiarono a morte il cane divenuto suo malgrado famoso col nome di Angelo.

Fieri del proprio vile gesto, i giovani condivisero su Facebook il video che li riprendeva durante l’assassinio del cane.

Immediata fu la denuncia a carico dei quattro e lo sdegno della rete con la creazione di una pagina Facebook “L’Urlo di Angelo” che ad oggi conta più di 80.000 fan e che ha contribuito a mantenere alta l’attenzione sul gravissimo episodio di maltrattamento a danno di un animale.

Il 26 maggio è arrivata la sentenza che tutti aspettavamo.

Il giudice monocratico del Tribunale di Paola, Alfredo Cosenza, ha condannato i quattro imputati al massimo previsto dalla legge in questi casi.

Di seguito il video con la lettura della sentenza ripresa dal sito marsilinotizie.it:

Avendo gli avvocati dei quattro assassini richiesto il rito abbreviato, che prevede uno sconto di pena, la condanna è stata a 16 mesi di reclusione.

A questo si aggiungano poi il pagamento delle spese processuali e un risarcimento di 2.000 euro a ciascuna delle venti associazioni animaliste costituitesi parte civile nel processo.

Ai quattro imputati assieme alla condanna è stata concessa la sospensione condizionale della pena, ex Art. 163 del Codice Penale, perché incensurati.

Questo vuol dire che per cinque anni la pena sarà sospesa e se in questi cinque anni commetteranno qualche altro tipo di reato, di qualsiasi tipo, dovranno poi scontare i 16 mesi.

La sospensione della pena è subordinata all’esecuzione di sei mesi di lavori di pubblica utilità presso associazioni a tutela degli animali.

Quest’ultimo punto ci ha lasciato molto perplessi poiché, come hanno commentato alcuni dei presenti, è come se un pedofilo venisse condannato a scontare la propria pena in un asilo.

Ci auguriamo che ci sia un attento controllo sull’esecuzione della pena.

In ogni caso questa condanna rappresenta un evento storico.

La speranza ora è che il legislatore metta mano ad una legge assolutamente inadeguata e che porti a un inasprimento delle pene per chi si macchia di reati di questo tipo.

Ciao Angelo…

Ottavio Bardari

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