A Partanna, niente cibo ai cani randagi

A Partanna, niente cibo ai cani randagi

Mondofido

La decisione, discutibile e assolutamente inefficace per la lotta al randagismo, è stata presa dal sindaco della cittadina

Una decisione discutibile, se non deprecabile, quella presa da Nicolò Catania, sindaco di Partanna, che ha deciso di punire con sanzioni coloro che sfamano i cani randagi.

Ciò che lascia perplessi, oltre al provvedimento drastico, che sappiamo bene a cosa porterebbe, è che il sindaco si sta adoperando per risolvere il problema del randagismo con determinazione e buona volontà, lavorando a contatto con le associazioni di animalisti e ristrutturando il canile di zona, che presto verrà inaugurato e potrà ospitare fino a 140 animali.

A questo proposito, Catania ha anche aggiunto: “Siamo orgogliosi dell’attività fin ora svolta, senza nascondere comunque le numerose difficoltà incontrate sia di ordine economico, che burocratico-amministrativo e organizzativo, vedi per esempio il personale da adibire assicurando turni consoni alle esigenze degli animali ospiti. La struttura è munita di apposita sala chirurgica per la sterilizzazione degli animali così come previsto dalla norma, che dopo la degenza vengono rimessi nel territorio. Ad oggi ci pregiamo di avere catturato circa 160 cani. Le catture sono avvenute ad opera del personale dell’UTC e con l’ausilio della Polizia Municipale”.

Ma, nonostante le catture, ci sono ancora molti cani che girano sul territorio senza meta, per i quali è stata adottata un’ordinanza che prevede determinati obblighi nel caso si tratti di cani abbandonati. Sono i padroni stessi, infatti, ad avere l’obbligo di vigilare sui propri cani, non solo per quanto riguarda la cura e l’alimentazione, ma anche in caso di fuga, che potrebbe causare situazioni pericolose nei confronti di terzi, siano essi persone o animali.

Ma, se queste decisioni sono lodevoli e da prendere esempio anche in altri Comuni, l’avviso shock seguito a queste dichiarazioni è di tutt’altro tenore, poiché il sindaco si è detto convinto che, per evitare il fenomeno del randagismo, sia giusto vietare la somministrazione di cibo ad animali vaganti e senza proprietario.
Come ha giustificato questa delibera? Ecco le parole dei sindaco: “Siamo convinti che la lotta al randagismo è sinonimo di coscienza civile oltre che di manifestazione di umanità e affezione verso gli animali e per questo riteniamo che la cittadinanza tutta vada educata in quest’ottica precisando che dopo un breve periodo che si darà a tutti per adeguarsi si passerà alla fase repressiva”.

Ovvie le reazioni della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, che parla di un’ordinanza inaccettabile, sia dal punto di vista morale che dal puto di vista legale, perché considerata “in netto contrasto con tutte le normative nazionali e regionali in materia di tutela degli animali. LNDC ricorda al primo cittadino che il suo compito è garantire il benessere dei cani del suo Comune, non di renderli affamati”.

Eppure non è la prima volta che un sindaco emette un’ordinanza simile, ma non può essere considerata la giusta soluzione, poiché maltrattare ed affamare un cane non è certo la maniera per assicurarsi la nascita di meno randagi.

L’unica arma davvero efficace rimane la sterilizzazione, oltre a maggiori controlli sulle iscrizioni all’anagrafe canina e sulla custodia dei cani di proprietà.

Per questo motivo, la presidente della LNDC Piera Rosati ha scritto ed inviato una lettera al sindaco invitandolo a riformulare la sua Ordinanza, limitandosi a quelle misure di controllo ed educazione del cittadino che gli sono richieste dalla normativa vigente, tenendo conto che il suo ruolo è quello di garante il benessere di tutti gli animali presenti sul territorio del suo Comune.

Vera MORETTI

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