Anche i cani tra le vittime e i superstiti del terremoto

Anche i cani tra le vittime e i superstiti del terremoto

Mondofido

Estratti dalle macerie, con gli occhi spaventati, cercano disperatamente un volto conosciuto, proprio come facciamo noi umani

Non c’è fine al conteggio delle vittime del terremoto che mercoledì 24 agosto ha colpito e distrutto interi paesi, primi fra tutti Amatrice ed Accumoli, in provincia di Rieti, e, se ora si parla di 267 vittime, il timore che questo numero possa salire ulteriormente è alto.

Il dramma di chi ha perso tutto, famiglia, amici, casa e sicurezze, è tangibile negli occhi dei sopravvissuti, che non sanno da che parte voltarsi, sospesi tra il dolore e la rabbia, sentimenti che tarderanno a passare nella loro mente e nei loro cuori.

Lo stesso terrore si legge anche negli occhi dei tanti cani estratti dalle macerie, alcuni dei quali sono purtroppo rimasti soli al mondo e altri, invece, sono stati ricongiunti ai loro cari.
Una delle prime è stata una cagnolina, tenuta in braccio da una volontaria, che tremava, sola ed impaurita, ma che è stata fortunatamente individuata dalla sua padrona, una ragazza in vacanza da Amatrice che la stava cercando.

Un altro, diventato simbolo dell’intero paese di Amatrice, è quello che da tutti è da sempre stato soprannominato il cane del benzinaio, un randagio che si aggirava da quelle parti e che tutti ormai conoscevano. In queste ore di dramma, nessuno era più interessato a lui ma, dopo i primi momenti di smarrimento, è stato adottato da tutti i cittadini, benché turbati, scioccati e con il cuore a pezzi, e a turno ognuno di loro si occupa di lui.

Poi c’è il dolcissimo maltesino che non si sposta dalla barella, che come tante altre si trova nella palestra di Amatrice, sulla quale giace Antonio Putini, il suo anziano padrone, uno dei tanti sfollati che non può rientrare a casa, perché considerata inagibile.
L’uomo ha 97 anni, e l’aspetto tradisce la sua età, crudelmente segnata dalla tragedia che l’ha colpito, ma il suo cagnolino è lì con lui, non lo lascia un attimo. Eppure potrebbe, perché niente lo lega alla barella. Niente guinzaglio, niente catena, niente corda…ma i legami del cuore sono più forti e resistenti, e lui rimane lì, ai suoi piedi, sicuramente spaesato e spaventato, ma ben convinto che per lui non esiste alcun posto dove stare.

Vera MORETTI

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