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Nello sguardo del cane.

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Comunemente si pensa che quando un animale, un cane, ci rivolge lo sguardo lo fa solo per paura, o perché ha fame, ritenendo che ci vedano come una preda, un predatore o un dispenser di cibo. Tale interpretazione però non corrisponde alla realtà.

Gli animali ci guardano in modo più “sottile”, da questo punto di partenza, dall’intuizione che il loro sguardo dica molto di più che origina l’interesse dei ricercatori nell’identificare le capacità cognitive degli animali e quindi anche del nostro Fido.

Quando il nostro sguardo cade sugli occhi di un cane abbiamo la netta sensazione che anche lui ci guardi, ed è proprio così: il cane non posa semplicemente lo sguardo ma ci guarda con la nostra stessa attenzione.

L’attenzione è quel processo che permette di concentrarsi su alcuni degli stimoli che “bombardano” l’individuo in un determinato momento.

L’attenzione, visiva e uditiva, sono possibili e realizzabili in tutti gli animali dotati di occhi e orecchie; ma è un atteggiamento che  non termina con il volgere lo sguardo o tendere l’orecchio verso uno specifico stimolo ma sottintende anche uno stato d’animo, un impegno, un  interesse, è un atteggiamento che implica la possibilità di elaborare ciò che si vede o si sente da cui scaturisce la decisione di compiere un’azione.

Una capacità squisitamente umana consente di poter desumere lo stato psicologico di un altro individuo da come questo muove la testa, per dirigere lo sguardo verso lo stimolo, e capire dove lo sguardo verrà diretto ci permetterà di prevedere cosa farà, cosa vede e cosa sa.

Canalizzare l’attenzione permette di potersi concentrare su alcune cose e ignorarne altre, attivarsi su ciò che il cane, o comunque l’animale, ritiene importante e essenziale e ignorare il resto.

Il meccanismo dell’attenzione permea tutte le attività che si svolgono quotidianamente, molta della vita degli umani trascorre nel dirigere, deviare o attirare l’attenzione. Ascoltare chi ci parla, decidere il percorso da compiere, ricordare un particolare evento sono tutti meccanismi che si basano sulla capacità di attenzione.

Anche i cani, come noi animali sociali, dispongono di peculiari meccanismi per prestare attenzione al mondo circostante. Con i loro circuiti sensoriali riescono a percepire cose che a noi sfuggono, analogamente noi abbiamo la capacità di concentrarci su elementi che i cani non registrano (ad esempio le tante sfumature del linguaggio verbale).

L’elemento fondamentale considerato dai ricercatori di scienze cognitive è che, nonostante le differenze, le capacità di attenzione dei cani e quella umana combaciano.

Questo potrebbe spiegare come mai un cane che fissa il suo sguardo su di noi attiri e catalizzi immediatamente la nostra attenzione, lasciandoci la sensazione che ci guardi dentro.

Rosanna Capano

© 2017, Rosanna Capano. Riproduzione Riservata

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