La LAV dice stop alla sperimentazione scientifica sugli animali

La LAV dice stop alla sperimentazione scientifica sugli animali

Mondofido

La sperimentazione scientifica può continuare anche senza l’utilizzo di animali, lo dice anche la legge

La LAV ha comunicato il numero degli animali che sono stati usati per fini sperimentali nel 2015.
Nonostante si tratti di numeri in leggero calo, non c’è molto da gioire, poiché, e forse non tutti lo sanno, il ricorso ad animali dovrebbe rappresentare l’ultima via di sperimentazione, a cui ricorrere solo se non ci sono metodi alternativi disponibili.

E invece gli animali che ogni anno vengono utilizzati per gli esperimenti sono ancora tanti, quasi 600.000, sottoposti a procedure dolorose che, tra l’altro, forniscono dati fuorvianti e non certi.

Anche i cani sono tra le vittime degli esperimenti di laboratorio, e sono 540 in un solo anno. Si tratta per il 65% di cani provenienti da allevamenti al di fuori dell’Ue, dai quali vengono prelevati e destinati verso laboratori di tutto il mondo.

Eppure, e la legge vale per tutti gli animali, è previsto che sia “consentito l’utilizzo degli animali ai fini scientifici soltanto quando, per ottenere il risultato ricercato, non sia possibile utilizzare altro metodo o una strategia di sperimentazione scientificamente valida, ragionevolmente e praticamente applicabile che non implichi l’impiego di animali vivi”. Parallelamente solo lo 0.03% del totale degli animali utilizzati viene usato per ricerche riguardanti la protezione dell’ambiente, o nell’interesse della specie stessa.

Ma si teme che si tratti di numeri che, sebbene siano già notevoli, siano anche sottostimati, perché, come sottolinea LAV “non tengono conto di molte categorie come gli animali usati già deceduti, gli invertebrati o le forme di vita non completamente sviluppate, né degli animali riutilizzati e sottoposti a un secondo esperimento, in un calvario al termine del quale arriva la morte”.

E non basta, perché quasi la metà delle procedure appartiene a categorie di dolore moderato o grave, con un continuo aumento di quelle classificate con il più alto grado di dolore, dove per grave si intendono sperimentazioni che comportano dolore e angoscia prolungati che possono comportare il non ricorso all’anestesia, come lesioni spinali, stimolazioni elettriche, nuoto forzato e perfusione di organi, con conseguenze come paralisi, tremori, incontinenza, ulcere, convulsioni e collasso.

Michela Kuan, biologa e responsabile LAV Area Ricerca senza animali, ha aggiunto: “Questo drammatico elenco di specie, e delle procedure in cui gli animali vengono utilizzati, non è scienza, ma un’obsoleta, immorale e fallimentare pratica, con un indice di insuccesso superiore al 95%, che deve essere superata alla luce anche delle nuove scoperte scientifiche e delle tecniche di ricerca più innovative. L’uomo è frutto di un’espressione genica specifica che interagisce con un ambiente complesso (epigenetica) come quello in cui viviamo, che non può essere riprodotto in un topo chiuso nella gabbia di un asettico laboratorio. La LAV da anni finanzia progetti in vitro che non ricorrono ad animali, ma non basta. Devono essere investiti fondi pubblici per creare il cambiamento culturale e tecnico che superi l’uso degli animali, una procedura che non è mai stata validata scientificamente e viene diffusa per prassi”.

Per questo motivo, è stata organizzata una raccolta di firme per chiedere al Governo di stanziare il 50% dei fondi per la ricerca allo sviluppo dei metodi sostitutivi, non per far contenti gli animalisti ma perché è la legge che lo prevede.

Vera MORETTI

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