Dieta vegana bocciata dai padroni di cani e gatti

Dieta vegana bocciata dai padroni di cani e gatti

Mondofido

Non solo la dieta vegana, ma anche la Barf e quella gluten free vengono bocciate dagli italiani

Gli italiani sono molto affezionati alla dieta dei loro animali domestici, tanto che si dimostrano particolarmente attenti alla loro alimentazione, anche se restii a seguire le nuove tendenze proposte.

La dieta vegana, ad esempio, è vista con sospetto e ben il 77% non la adotterebbe per il proprio cane o gatto. Meno diffidenza per quella priva di glutine, che potrebbe essere sperimentata dal 45%. Molti meno consensi la dieta Barf, a base di carne e alimenti crudi, che incuriosisce solo il 23% dei consumatori.
La motivazione principale di questa resistenza è che queste diete vengono ritenute incomplete.
Inoltre, soprattutto i proprietari di cani si rifiutano di abolire carne e derivati animali, nel 41% dei casi, percentuale che scende al 36% per i padroni di gatti.

Ciò è emerso dall’indagine “Cibo per cani e gatti quanto ne sanno gli italiani” commissionata da Royal Canin alla società di ricerche di mercato Squadrati, realizzata con 604 interviste a 332 famiglie proprietarie di un cane e 272 di un gatto.

Il 95%, quindi la stragrande maggioranza, ritiene che la salute del proprio amico quattro zampe dipenda da una corretta alimentazione, e per essere sicuri di nutrire correttamente Fido, i padroni si informano sui tipi di cibo più adatti, la frequenza dei pasti e leggono con attenzione le etichette degli ingredienti (8 su 10) prima dell’acquisto di un prodotto.
Sembra inoltre che i proprietari di cani siano più attenti all’alimentazione (47%) rispetto a quelli di gatti (37%), specialmente se si tratta di cuccioli con meno di un anno di vita (54%).

La dieta dei gatti, soprattutto se si tratta di anziani, è più industriale (52%), rispetto a quella dei cani (41%).
La metà degli intervistati (49%) alterna cucina casalinga e cibo industriale, verso cui però l’atteggiamento è contraddittorio: il 48% ritiene che non sia realizzato con scarti e materie prime di bassa qualità, tuttavia il 60% è convinto che scatolette e crocchette contengano additivi che creano assuefazione.

Vera MORETTI

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