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L’Emofilia nel cane

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L’emofilia è una patologia congenita ereditaria, dovuta alla mancanza di un fattore di elemento di coagulazione del sangue, chiamato Fattore VIII ( proteina prodotta dal fegato ) ed è causata da un gene recessivo (il gene è una unità che determina il passaggio di una particolare caratteristica tra individui di diverse generazioni) posto sul cromosoma X .

Questa malattia riguarda soprattutto i cani maschi e le femmine sono portatrici sane.

Le razze maggiormente interessate sono il Pastore Tedesco, Setter Irlandese, Rough Collie, Labrador, Beagle, Levriero, Bulldog Inglese, San Bernardo.

L’emofilia si distingue in due tipologie: A e B, la tipologia più diffusa è la A ,caratterizzata dalla carenza dell’elemento di coagulazione F VIII, mentre nella tipologia B è un altro elemento (chiamato Fattore F IX)  ad essere insufficiente.

Sintomi dell’emofilia

I sintomi dell’emofilia sono la presenza di ematomi dovuti a lesioni, sanguinamento mondofido emofilia del canegengivale, ematuria (presenza di sangue nell’urina), melena (feci di colorito scuro), epistassi (sanguinamenti dal naso) e la malattia si distingue in grave, moderata e lieve.

Nella malattia in forma grave, i cuccioli possono nascere morti oppure, per quelli che  vivono solo alcuni mesi, manifestare sanguinamenti da piccole lesioni.

Nella forma moderata della patologia, si verificano sanguinamenti importanti solo in presenza di traumi particolari, come cambio di dentizione.

La malattia può presentarrsi asintomatica ,nella forma lieve, per il cane maschio .

La diagnosi dell’ emofilia” viene eseguita utilizzando parametri particolari degli elementi di coagulazione e l’animale non deve essere affetto da altre malattie.

Per curare l’emofilia si eseguono trasfusioni di sangue, iniezioni intramuscolo per evitare antinfiammatori.

Per quanto riguarda l’alimentazione, devono essere evitati gli alimenti che possono graffiare le gengive causando emorragia (ad esempio i croccantini).

Le forti perdite di sangue dalle gengive possono essere curate con tamponi di acqua ossigenata.

Per ridurre il rischio di diffusione della malattia, in via preventiva, bisogna identificare i cani malati e le femmine portatrici sane evitando la loro riproduzione.

Erika Dotti

(contatta l’autore dell’articolo)

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