Cani dentro, pet therapy al carcere di Bollate

Cani dentro, pet therapy al carcere di Bollate

Mondofido

Un interessante progetto coinvolge i detenuti del carcere di Bollate (MI)

Una storia d’amicizia e di rispetto. Il progetto Cani Dentro… al carcere di Bollate (MI) è inserito nell’offerta ricreativo-culturale rivolta ai detenuti alla II CR di Milano Bollate ed è una delle attività di reinserimento maggiormente apprezzate: un corso per operatori dog sitter professionali, pensato appositamente per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

Un’esperienza straordinaria, perché si realizza all’interno di un microcosmo dove l’affettività è ridotta al minimo. Il cane porta gioia e affetto – ci ha raccontato Valeria Gallinotti di Cani Dentro Onlus che abbiamo avuto il piacere di incontrare – non solo a chi aveva esperienze dirette con il mondo canino già prima delle proprie disavventure giudiziarie, ma anche a chi si è affacciato per la prima volta a questo mondo. Piccoli momenti di serenità e di spensieratezza che un detenuto non vive facilmente all’interno di una vita che esclude questo tipo di affettività a prescindere“.

Il progetto del carcere di Bollate – coordinato dal Dipartimento di Scienze veterinarie e sanità pubblica dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con il Centro Sportivo Educativo Nazionale, ente nazionale riconosciuto dal CONI, Cani Dentro Onlus, associazione con utilità sociale già operante con interventi assistiti con animali dentro Bollate, il Cercapadrone onlus, associazione impegnata nel monitoraggio del randagismo e delle condizioni di vita degli animali ospitati nei canili – si inserisce in un settore in decisa crescita: solo in Lombardia sono 1051 le imprese del settore del pet care (il 13% del totale nazionale).

Malgrado la presenza di attività di pet therapy sia un dato abbastanza diffuso, il settore lavorativo del pet care è ancora molto poco proposto nelle carceri – ha dichiarato Federica Pirrone, ricercatrice alla Statale e responsabile del Progetto nel carcere di Bollate -; esso invece si adatta molto bene alla realtà carceraria, perché comprende attività che richiedono un’assunzione di responsabilità da parte della persona e quindi risultano importanti dal punto di vista del trattamento; inoltre interessa figure professionale molto ricercate dal mercato“.

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