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Cane: lui com’è?

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Continua il percorso con Rosanna Capano, educatrice cinofila certificata ThinkDog / Associata FICSS e cofondatrice del sito BauWow.it, sulla corretta introduzione di un nuovo cane nella nostra famiglia. Oggi parliamo di comunicazione.

A volte capita di conoscere cani che non abbiano mai avuto l’occasione di interagire liberi con altri cani. Mentre spesso, durante le passeggiate quotidiane, ci si imbatte in altre coppie cane-uomo dove il proprietario intercettandoci da lontano comincia a domandarci urlando: “E’ maschio o femmina? E’ buono?”.

A volte la difficoltà del proprietario è imputabile ad una passata esperienza negativa, o alla taglia del suo cane: è di taglia medio piccola e teme possa subire soprusi oppure è di taglia grande e ha paura che possa essere un pericolo per gli altri.

Ma le difficoltà spesso nascono da una cattiva o inesistente conoscenza degli altri cani, sia da parte del nostro cane che dello stesso proprietario che quindi non è in grado di leggere correttamente le interazioni, le “conversazioni”, che si realizzano tra i cani quando questi vengono lasciati liberi di esprimersi.

Il cane è un animale sociale e per questo motivo necessita di relazionarsi con i suoi simili oltre che con noi. Impedendogli la libera frequentazione si impedisce la conoscenza reciproca e la sola vista di un altro cane al di là del marciapiede può trasformarsi in motivo di disagio: non ti conosco, ti temo. Allo stesso tempo però lasciare per ore i cani all’interno di aree cani mentre non facciamo altro, può determinare una sovraesposizione che sensibilizza eccessivamente il nostro cane rendendolo intollerante anche allo sola vista dell’altro o di una particolare situazione.

Quindi sarà fondamentale favorire incontri in ambiente sereno, offrendo l’opportunità di una conoscenza dapprima a distanza, i cani si conoscono non solo annusandosi direttamente ma anche annusando le tracce che gli stessi lasciano camminando lungo un percorso, e solo in un secondo tempo optare per un incontro ravvicinato.

Ancora una volta siamo noi i responsabili dell’equilibrio caratteriale del nostro cane, abbiamo il compito di cercare situazioni in cui la socializzazione sia naturale, spontanea e rispettosa delle esigenze dell’individuo che ci vive accanto e degli altri che desideriamo fargli conoscere. Inoltre, nelle loro interazioni, dovremmo essere semplicemente attenti osservatori, lasciando loro la libertà di esprimersi ricordandoci che: due abbai o un ringhio sono un modo di dire “stai attento”, “stai sorpassando il limite”, è pura comunicazione.

Rosanna CAPANOBauWow.it

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