AI detenuti di Udine le visite di un cane

AI detenuti di Udine le visite di un cane

Mondofido

Cinque detenuti in regime di semilibertà hanno ricevuto le visite di Milka, un bovaro del bernese di quattro anni

Ricevere visite quando ci si trova in carcere è un vero toccasana, una boccata di ossigeno in una routine altrimenti grigia e interminabile.

Per questo motivo, i detenuti del carcere di Udine hanno apprezzato particolarmente la visita di Milka, un bovaro del bernese di 4 anni, protagonista del progetto Mi curo di te, intervento di assistenza che vede coinvolti, appunto, i detenuti.

Si è trattato in tutto di dieci incontri di un’ora con scadenza settimanale che hanno coinvolto cinque detenuti in regime di semilibertà, coordinati da Giorgia Cigui, coadiutrice del cane: “Sono state proposte attività di interazione guidata, attraverso le quali i partecipanti sono entrati in contatto con Milka: come dare un bocconcino, come fare le carezze e altro ancora. Le persone coinvolte sono state invitate a guardare, toccare, ascoltare l’animale e stimolate a descrivere le sensazioni provate e a distinguere le caratteristiche peculiari del cane. Hanno anche dato piccoli comandi, passeggiato e interagito con l’animale”.

Grazie a questo progetto, i detenuti hanno avuto la possibilità di raccontare la loro vita, tornare indietro nel tempo e ripercorrere i ricordi, anche quelli legati agli animali.
Ma non si tratta solo di un semplice lavoro di auto narrazione, perché molto importante è anche il risvolto psicologico che porta alla rivalutazione di sé, e la vicinanza di un animale si è rivelata fondamentale. Il relax che si prova quando si accarezza un animale, e quando lui ricambia le coccole, è indispensabile per lasciarsi andare e abbandonare, anche se temporaneamente, lo stress.
Aiutare l’animale in un’attività, inoltre, permette di imparare un nuovo linguaggio e favorisce la socializzazione.

Durante i dieci incontri, i detenuti hanno seguito il cane nelle cure e condiviso con lo stesso le diverse esperienze, dai piccoli bisogni (dare da bere e da mangiare, preparando la ciotola in un’apposita aula, portarlo nel cortile a passeggio, o spazzolarlo) ai giochi (utilizzando attrezzi vari come tunnel, slalom, ostacoli), ma sono anche venuti in contatto con realtà in cui i cani sono utili alla comunità, come il soccorso e la ricerca di persone.

Al termine dei dieci incontri i cinque detenuti sono stati sottoposti a un questionario di gradimento e, inutile dirlo, il progetto è stato promosso con il massimo dei voti.
Tra i pensieri scritti riguardo questa esperienza: “Il cane è stato fonte di serenità”, oppure “Nonostante il breve periodo mi ha dato fiducia”, “È stato emozionante e rilassante”, “Un’esperienza educativa, svolta in maniera intelligente”, “Il rapporto con Milka è stato di amicizia e mi ha fatto sentire meno solo in questo periodo della mia vita”, “Grazie al cane sono riuscito finalmente a rapportarmi con gli altri e mi ha permesso di evadere dai pensieri di tutti i giorni”. “Rifarei un percorso simile. Sarebbe bello poter vivere più a lungo con il cane”.

Vera MORETTI

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