Dobbiamo ancora lottare per Iceberg

Dobbiamo ancora lottare per Iceberg

Mondofido

Iceberg ancora non è libera, dobbiamo continuare a lottare per lei contro una legge ingiusta che punisce un cane solo per la sua razza

Molti ricorderanno la storia della dolcissima femmina di Dogo Argentino di nome Iceberg condannata a morte in Danimarca.

La cagnolina era entrata nel Paese assieme al proprio padrone, Giuseppe Persa, quando questi vi si era trasferito per lavoro.

In Danimarca esiste una legge che vieta la detenzione di determinate razze canine, tra cui i Dogo Argentini. Peccato che nessuno avesse sollevato il problema al momento del suo arrivo. mondofido iceberg cucciola

Dopo una banale “scaramuccia” tra cani (definirla rissa sarebbe ridicolo ed eccessivo) in cui il proprietario dell’altro cane coinvolto, aveva riportato un taglietto di meno di 3 mm (non commentiamo), le autorità avevano sequestrato Iceberg condannandola alla soppressione.

Per lei si è mobilitata l’opinione pubblica con oltre 400.000 firme raccolte in rete per chiederne la liberazione.

Numerosi i personaggi dello spettacolo scesi in campo per sostenere la petizione, tra cui ricordiamo la cantante Noemi.

A fine giugno la notizia tanto attesa: Iceberg sarebbe tornata a casa. 

L’annuncio veniva direttamente dall’ambasciatore della Danimarca, Erik V. Lorenzen, che citando il Ministro danese dell’Ambiente Esben Lunde Larsen ha detto: “Iceberg will return to Italy” (Iceberg tornerà in Italia).

Purtroppo Iceberg non è libera.

È ancora reclusa. Le autorità danesi avevano garantito che sarebbe tornata in Italia. Ad oggi la cagnolina di Giuseppe è ancora nel braccio della morte e peggio ancora gli viene negata la possibilità di vederla. mondofido iceberg 2

Provate ad immaginare cosa stia provando la piccola Dogo.

Dobbiamo mantenere vivo l’interesse su questa drammatica storia per riuscire a riportare a casa chi oggi paga solo per la sua razza.

Cliccandi qui potrete continuare a sostenere la raccolta di firme dando così voce a chi continua a battersi contro una legge ingiusta.

Ottavio Bardari

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