La triste storia del canile di Feteni, in Romania

La triste storia del canile di Feteni, in Romania

Mondofido

Intervista a Laura Matei, che ha denunciato questa brutta situazione a tutti gli enti che si occupano di animali

Nonostante il problema del randagismo sia molto grave in Italia, soprattutto in alcune regioni, oggi vogliamo raccontarvi la storia, triste e preoccupante, di un canile in Romania, esattamente a Valcea, che ci è stata segnalata da Laura Matei, sensibile a questa problematica e attiva nel tentativo di rendere noto ciò che succede là, con la speranza che qualcosa possa al più presto cambiare.

A Valcea, una città di 100mila abitanti, gli animali non godono di molta considerazione, anzi, la loro educazione e il loro benessere sono addirittura argomenti tabù.
Ciò è dovuto soprattutto al fatto che il numero di cani randagi è altissimo e, purtroppo, in continuo aumento. In Romania esiste la legge che prevede l’eutanasia per i cani che non trovano un padrone o vengono considerati in condizioni di salute tali da non lasciare speranza, anche se il sospetto che questa pratica venga utilizzata anche quando non è strettamente necessaria esiste.

A Valcea questa legge non viene applicata, ma, se si può dire, forse è anche peggio, perché i cani catturati e portati nel canile di Feteni vengono lasciati morire, senza che ricevano cure o cibo. E, forse, in questi casi l’eutanasia servirebbe per porre fine alle sofferenze infinite di questi animali, considerando che nessuno ha intenzione di occuparsi di loro.

Ciò che si è venuto a sapere lo dobbiamo ai volontari che, costretti a vedere sfacelo e atrocità ogni giorno, non sono riusciti a rimanere a guardare e hanno provato a sensibilizzare i cittadini circa quanto accade in questo canile.
Ecco cosa ci ha detto Laura Matei al riguardo: “Nel canile di Feteni troviamo delle gabbie grandi, separate con del recinto, dunque i cani si possono vedere tra di loro. Questa situazione provoca una continua agitazione per i cani. E l’agitazione sarebbe niente nei confronti del confort mancato delle gabbie. Il ferro che compone queste gabbie non gode di alcuna copertura che eviti l’ingresso del freddo, dell’acqua; i cani sono stipati in 4-5 in una gabbia, con ciotole insufficienti per il numero dei cani presenti. I cani non escono mai, gli inservienti lavano le gabbie la mattina con i cani dentro. Ricordo che parliamo di un paese in cui l’inverno è veramente inverno, con temperature molto rigide di notte. Infatti, al primo freddo di qualche settimana fa sono morti molti cani”.

Quello che noi di Mondofido ci siamo chiesti è: i cittadini si recano mai al canile, per chiedere un animale in adozione? Ma la risposta è scoraggiante, poiché l’interesse per la salute dei cani è quasi nullo, inoltre, sapendo che i cani raccolti dalla strada sono spesso malati, nessuno desidera adottarne uno.
Inoltre, l’amministrazione del canile, che vive di sovvenzioni da parte del Comune, non sollecita le adozioni per non perdere tali finanziamenti, quindi anche le campagne per l’adozione di un cane dal canile non vengono mai proposte.

Stesso motivo per cui non viene praticata l’eutanasia: “Meglio la morte naturale eventualmente “travestita” da malattia per recuperare anche i fondi del trattamento medico. Meglio il mantenimento sui fondi pubblici, anche se ottenuti in modo illecito”.

La situazione è stata resa nota da alcuni volontari locali che sono riusciti a portare sul posto la televisione, con gli operatori della trasmissione Salviamo anime, condotta da Daniel Nicolaila, un reporter che ama gli animali e che vuole raccontare la verità. Ebbene, le immagini mandate in onda testimoniavano perfettamente ciò che avviene a Feteni, a partire dalla sporcizia in cui sono costretti a vivere i cani, ma senza dimenticare il reparto dedicato ai cani malati, dove però gli animali non vengono affatto curati ma, piuttosto, lasciati morire.

A seguito di ciò, ma forse sarebbe accaduto comunque, una ragazza romena residente in Italia, in Sardegna, di nome Nicoleta Loredana Vaetoiu, ha aperto una pagina Facebook, Canivalcea, che, ci ha spiegato Laura “funziona in questa maniera: la gente del posto ci segnala un cane randagio o appena abbandonato, viene informata una nostra volontaria sul posto che va a controllare se ha il microchip e le condizioni di salute generali. Insieme cerchiamo di trovare al cane un forest o chiediamo alla persona che lo ha segnalato di custodirlo per qualche giorno a casa sua. Nel frattempo facciamo al cane il vaccino, lo sverminiamo e prepariamo il carnet. Mettiamo nella pagina alcune foto sue e l’annuncio viene promosso fino al momento in cui il cane trova il proprietario giusto per lui. La gente che cerca un cane ci contatta sulla pagina e noi diamo il contatto alla volontaria che fa un colloquio preliminare. Al momento della cessione dell’animale, la volontaria va con il nuovo proprietario per microchippare il cane al nome suo”.

Abbiamo chiesto dove trovano i fondi per effettuare le visite e sistemare i cani, e la risposta è stata quella che temevamo: le ragazze, Laura e Nicolera in Italia, le volontarie in Romania, non ricevono alcun tipo di contributo ma utilizzano soldi loro, ma il pensiero che almeno dieci cani al me se vengono salvati dalla strada e adottati da famiglie disposte a voler loro il bene che si meritano basta a farle stare bene. Ma i progetti che hanno in mente sono tanti, a cominciare da un associazione vera e propria che possa aiutare gli animali in modo concreto e che possa raggiungere un numero sempre più elevato di persone. Collaborare, in questo caso, è fondamentale.

In questo momento, Laura diche che non bisogna abbassare la guardia: “Il problema più stringente rimane quello di finire con le atrocità nel canile-lager di Feteni. I cani non hanno voce, dobbiamo parlare noi per loro. Ecco perché abbiamo chiesto aiuto a ENPA, PETA, a Lega del Cane, al Partito Animalista Europeo”.

Vera MORETTI

© 2016, Mondofido. Riproduzione Riservata

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