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La sindrome dissociativa nel cane adulto

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La sindrome dissociativa è una delle patologie comportamentali che possono colpire i cani adulti, in modo particolare le razze Pastore Tedesco e Bull Terrier.

Questa malattia viene rappresentata come isolamento psicologico dell’animale nei confronti dell’ambiente esterno e ripetuti episodi di allucinazione.

Patrick Pageat, dottore francese, laureato in Medicina Veterinaria e Scienze naturali, esperto in etologia clinica e psicodermatologia, ha approfondito lo studio di questo disturbo comportamentale .

Nel periodo prepuberale e fino ai 5 anni, i sintomi si possono evidenziare nei maschi con emotività ed impetuosità, mentre le femmine diventano paurose e tendono all’isolamento.

Nel cane affetto da sindrome dissociativa, diminuisce la sua sensibilità e

l’animale perde l’attenzione nei confronti degli stimoli dell’ambiente che lo circonda.

Il cane ha spesso allucinazioni: rincorre la sua coda, controlla le zampe e altre parti del corpo, oppure manifesta aggressività nei confronti di un animale immaginario.

La presenza di allucinazioni è accompagnata da stereotipie, ovvero comportamenti ripetuti più volte al giorno in maniera ossessiva non inerenti al contesto, che l’animale evidenzia anche in assenza del padrone.

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Sembra che la causa della sindrome dissociativa sia di origine genetica e i disturbi neurologici possono dipendere da malattie della madre, contratte durante la gravidanza, oppure dall’ambiente poco stimolante e stressante dove è cresciuto il cane.

Il Dottor Pageat ha eseguito diversi esami diagnostici e ha rilevato negli animali affetti da sindrome dissociativa una riduzione di volume dell’ippocampo (formazione nervosa del cervello che regola il senso dell’olfatto ed influisce sull’attività cognitiva e di memorizzazione) .

Nei casi meno gravi, il cane che soffre di questi disturbi comportamentali, non compromette il rapporto con il padrone e la famiglia, la situazione si aggrava se le allucinazioni sono molto frequenti e se manifesta autolesionismo.

Non esiste una cura specifica per questa patologia, in ogni caso l’obiettivo è migliorare la condizione psicologica del cane previo consiglio del veterinario comportamentalista.

Erika Dotti

(contatta l’autore dell’articolo)

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